Appello di AUDIOCOOP: la produzione e la diffusione della musica in Italia, un settore in grave stato di difficoltà. Si chiede l'istituzione di un fondo straordinario di sostegno al settore.
CRISI DELLA MUSICA IN ITALIA: AUDIOCOOP CHIEDE UN FONDO STRAORDINARIO
www.postpopuli.it/38798-crisi-della-musica-italia-audiocoop-mei-e-un-fondo-straordinario/
Bologna, 6 agosto 2014
LA PRODUZIONE E LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA IN ITALIA:
UN SETTORE IN GRAVE STATO DI DIFFICOLTA'.
SERVE UN FONDO STRAORDINARIO PER LA MUSICA!
DOPO L’ESTATE, CAUSA ANCHE IL MALTEMPO, A RISCHIO CHIUSURA CENTINAIA DI REALTA’ PRODUTTIVE
DELLA DISCOGRAFIA E DELLA MUSICA INDIPENDENTE, DELLO SPETTACOLO DAL VIVO E DEI FESTIVAL DI MUSICA POPOLARE CONTEMPORANEA E PER GIOVANI TALENTI, CON MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO A RISCHIO E CON LA PROSPETTIVA DEL CROLLO DI UNA RETE DI CREATIVITA’ FONDAMENTALE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA SOCIALE.
SI CHIEDE CON FORZA UN INTERVENTO URGENTE E CONCRETO DEL GOVERNO PER UN SETTORE IN GRAVE STATO
DI DIFFICOLTA’ CON LO STANZIAMENTO DI UN FONDO STRAORDINARIO.
Con le quote di musica italiana in tv e radio si puo’ creare un volano occupazionale di oltre 15 mila persone!
Al Mei di settembre a Faenza si annuncia anche una clamorosa protesta: la cancellazione dei video da YouTube se proseguisse la campagna di aggressione della telefonia, del mondo del pc e dei social verso il mondo indipendente e gli artisti emergenti.
Nel paese che ha “inventato” la musica, nessuno sta pensando a una situazione di grave difficoltà del settore musicale provocata dalla generale crisi economica, dalla mancanza di risorse e dalle strutture, a volte ancora antiquate, che governano il settore.
Gli Indipendenti non vanno in vacanza, e’ molto più probabile che non li si ritrovi più al ritorno dalle vacanza: la situazione della musica indipendente, dei gruppi emergenti, degli artisti che cercano tutti i giorni di esprimere la loro creativita’ e’ oramai al collasso
E questa estate ci si è messo anche il maltempo a complicare maledettamente tutto, le serate cancellate sono centinaia, anzi sono migliaia in tutta Italia con la perdita di introiti fondamentali per tutto l’anno come i cachet per i live, gli ingressi per i festival, le vendite dei cd e del merchandising durante i concerti, tutti ricavi purtroppo irrimediabilmente perduti per danni di decine di milioni di euro.
Anche quel piccolo sostentamento che poteva arrivare dalla stagione estiva, storicamente quella piu’ ricca di occasioni per i live nei festival, nei locali all’ aperto, nelle feste stagionali, nelle manifestazioni di piazza, e’ venuto in gra parte a mancare.
E per tutti i giovani che fanno della creativita’ musicale la loro principale passione, e’ notte fonda: sono tutti destinati ad alimentare, in gran parte, le schiere di disoccupati alla ricerca disperata di un sostentamento economico per portare avanti la loro passione, alla merce’ di sfruttatori di ogni tipo.
Nessuno fra coloro che in questo momento hanno in mano le grandi risorse economiche e mediatiche del settore, pare voler realmente sostenere la creatività dei giovani e il futuro della musica nel nostro paese. Senza investimenti, purtroppo, capaci di guardare al futuro non c'è futuro per la nuova musica italiana.
In In questi ultimi tre mesi nei confronti dell’equo compenso, cioe’ il giusto salario che le multinazionali della telefonia, del pc e dei social devono riconoscere agli artisti diminuendo i loro lauti utili, abbiamo fatto una battaglia per togliere profitti alle multinazionali e riversarli sulla filiera musicale italiana: ci saranno per il settore 300 milioni di euro in piu’ l’anno che non voleranno piu’ all’estero: su questo chiediamo un piano di investimenti per i giovani con un tavolo tecnico con il Ministero dei Beni Culturali capace di riempire di supporti il Decreto Valore Cultura che supportava le opere prime e facilitava i piccoli live e con altri interventi di sistema (la promozione della musica italiana all’estero, sgravi per gli investimenti on line, etc.).
E’ necessaria con urgenza una profonda trasformazione che schieri tutta la tradizionale filiera musicale e a sostegno della produzione musicale, soprattutto giovanile e made in Italy.
Serve tornare a far crescere nel breve periodo gli introiti per autori, editori, produttori e artisti più piccoli, a integrare sgravi e facilitazioni per abbattere i costi per la musica dal vivo, soprattutto per emergenti non profit e live in particolari ambienti sociali e culturali, e di allargamento della musica live alla nuova produzione italiana, rendendo possibili ogni tipo di contest nelle scuole e nei piccoli club e in ogni altro nuovo spazio; si faciliti anche al massimo l’ottenimento dei bollini per le produzioni indipendenti, oltre ad attivare un piano di investimenti straordinari per il settore, con particolare riferimento alle piccole produzioni; mentre, infine, si inseriscano, come in Francia, le quote di musica italiana in tv e radio, capaci di mantenere ogni anno in Italia 45 milioni di euro di diritti e capaci di creare oltre 15 mila posti di lavoro per il settore, una campagna di successo lanciata al Mei 2013 che ha raccolto oltre 1000 firme di operatori del settore e di alcuni tra i piu’ importanti artisti di ogni area musicale (Eugenio Finardi, Paolo Fresu, Piero Pelu’, Paolo Belli, Pierpaolo Capovilla, Piotta, Cristina Donà, Riccardo Tesi, solo per citarne alcuni) oltre a una richiesta da parte di 30 senatori di ogni area politica presenti in Senato, guidati dal Senatore Stefano Collina.
E’ del tutto evidente che siamo di fronte a una politica che deve tornare a mettere al centro del mercato i piccoli artisti e produttori, che sono il tessuto fondamentale della innovazione della creazione artistica: una politica di settore che metta al centro del mercato dei diritti e del web le nuove produzioni del nostro paese, così come faciliti gli investimenti nel settore musicale allargando l’Art Bonus anche alla nuova produzione made in Italy della musica.
Su tutti questi temi è indispensabile un intervento urgente del Governo come avviene per gli altri settori in crisi. Parliamo infatti di un settore che occupa oltre 400 mila persone con 125 mila piccole e medie imprese e fattura complessivamente intorno ai 2 miliardi e 500 milioni di euro calcolando ogni segmento del settore musica.
Visto che si tratta di un settore strategico per l’immagine dell’Italia nel mondo,per l’occupazione interna e per la tenuta sociale del Paese, chiediamo al Governo di istituire un Fondo Straordinario per la Nuova Musica Indies finalizzata agli Artisti e ai Gruppi Emergenti e a creare nuova Occupazione.
Al Mei di fine settembre, che si terra’ dal 26 al 28 settembre a Faenza per i suoi 20 anni, si prepara infatti una clamorosa protesta: la cancellazione dei video da YouTube se proseguisse la campagna di aggressione della telefonia, del mondo del pc e dei social verso il mondo indipendente e gli artisti emergenti proseguendo a non pagare la filiera creativa musicale adeguatamente come merita e investendo risorse nel settore della musica che tanto profitto crea alle multinazionali della comunicazione e della diffusione.
Chiediamo la creazione di un fondo straordinario di sostegno alla produzione musicale del nostro paese con particolare riferimento agli operatori del settore della nuova musica italiana che contribuisce a creare il futuro culturale e la nuova identita’ musicale del nostro paese nel mondo, insieme a provvedimenti reali che possano modernizzare e trasformare il grande patrimonio musicale e culturale del nostro Paese in una reale occasione di sviluppo, di lavoro e di crescita sociale.
AudioCoop
Coordinamento tra le Etichette Discografiche Indipendenti in Italia
Societa’ di Collecting riconosciuta dal Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio.
Il Comitato di Presidenza (Giordano Sangiorgi, Luca Fornari e Giampiero Bigazzi)
E-mail: info@audiocoop.it
Sito: www.meiweb.it
Tel. 051.827258
Cell. 349.4461825