Dante Priore


ciao Dante. Ti voglio bene.

< Il lavoro di ricerca di Dante Priore nell’ambito della cultura contadina e popolare, la costante presenza del suo impegno di divulgazione, è uno dei lasciti più importanti del decennio post-Sessantotto, e non solo nel Valdarno. Ho conosciuto Dante come mio insegnante di Italiano al Liceo Scientifico di Montevarchi, prima classe, ed era l’anno scolastico iniziato nell’ottobre del 1968 e finito a giugno del 1969. Io ripetevo la prima e il suo insegnamento è stato fondamentale per la mia vita, per il “lavoro culturale” che ho successivamente intrapreso. Fu un periodo decisivo anche per lui. Quando dicevo agli amici che avrei trovato come insegnante Dante Priore, tutti me lo presentavano come un personaggio duro, rigido, conservatore. Invece trovai un insegnante bravo, appassionato, disponibile. Sempre molto legato al suo ruolo e al dovere scolastico, che però faceva di questa impostazione lo strumento per insegnare veramente. Senza fare sconti, ma con il massimo impegno nei confronti del lavoro che aveva scelto di fare. Quel poco che so dello scrivere (e del leggere) lo devo a quei mesi passati con lui. Per Dante era lo stesso periodo in cui si era sposato (trovando in Gina una donna energica e divertente
, molto diversa da lui, ma salda negli stessi principi), aveva maturato la scelta politica verso la sinistra, si era iscritto al PSIUP. La scelta di lasciare il Liceo e andare a insegnare alla Scuola Media fu un ulteriore elemento di maturazione. E una sorpresa per molti... Qualche anno dopo, lo ritrovati fra i “compagni di Terranuova”, alle prese come me con la fine del PSIUP, con l’unificazione con il Manifesto, con la nascita del PdUP e poi di Democrazia Proletaria. Era lo stesso professore del Liceo, con una radicalità (che ancora oggi, a novant’anni, mantiene ben salda) simile a quella che metteva nell’insegnamento. Nello stesso periodo, in particolare verso la metà degli anni Settanta, ha cominciato il suo lavoro di ricerca, di catalogazione e di divulgazione della cultura orale contadina del Valdarno. Un lavoro enorme, monumentale, che negli anni ha fatto di Terranuova Bracciolini (con la puntuale adesione dell’Amministrazione comunale) un centro importante rispetto alla cultura popolare, con stretti collegamenti con l’Università, con la pubblicazione di numerosi libri, dischi, aiutando a far vivere e rinnovare, ancora oggi, un’antica tradizione come quella dell’ottava rima e dell’improvvisazione poetica. Nel 1977/78 Dante pubblicò per la LEF di Firenze un libro indispensabile: “Canti della Valle dell’Arno”, la prima pubblicazione del genere interamente dedicata al Valdarno Superiore e l’inizio “pubblico” della sua attività. Qualche tempo dopo realizzammo (con me anche Luciano Morini e Sergio Traquandi) il disco “Grano Grano Non Carbonchiare”, uno dei primi album della neonata Materiali Sonori. Un disco determinante per la ricchezza del materiale, la precisione della ricerca, la qualità della registrazione. Eravamo alla fine del decennio ma quel libro e quel disco furono le tracce visibili di un lavoro culturale iniziato diversi anni prima e che sarebbe continuato fino ad oggi >.

da “Pugni chiusi - Storia transnazionale di un sessantotto di periferia”, a cura di Giorgio Sacchetti, Aska Editore 2018. Il pezzo è anche un'intervista a Dante curata insieme a Stefano Beccastrini: "DANTE PRIORE - Nel 1967 mi sono sposato con Gina e nel 1968 mi sono iscritto al PSIUP”.

Giampiero Bigazzi

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Oggi, a distanza di poche ore, ho perso ancora due presenze importanti per la mia vita. La zia Rolanda, un'altra parte della famiglia, delle mie radici, della mia memoria...
Ciao zia, ti voglio bene.
E Dante Priore. La memoria collettiva di tutti noi. Quante le serate trascorse insieme: lavoro, ascolto, tanta musica, il break con i dolci di Gina che mi racconta di te, di lei, dei figli, della vostra vita.
Ti ho incontrato e sei stato un importante e amorevole complice del mio esordio nell'impegno politico e poi culturale. Non ci siamo mai persi...
Un abbraccio forte a Gina, Sonia e Davide.
Ciao Dante, ti voglio bene

Francesca Pieraccini

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Dante Priore. Un'estate provò con pazienza a darmi le basi del Latino, dove ero veramente capra. Inutilmente, devo ammettere. Rimasi capra. Ma le basi per capire l'importanza della cultura popolare e contadina, l'importanza di mantenere il ricordo della tradizione, quello gli venne bene. Sono sempre stato orgoglioso che tra i primi dischi che Materiali Sonori pubblicò ci fosse - con una copertina stampata in serigrafia - “Grano Grano Non Carbonchiare”, realizzato da Dante, Giampiero, Luciano Morini e Sergio Traquandi.
Le "basi" della Materiali Sonori, insomma.

Arlo Bigazzi

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SU UNA CRAVATTA
Ho saputo che Gina - l'eroicamente paziente moglie di quell'uomo sapiente e austero ma tutt'altro che facile e bonario che fu il mio amico e compagno Dante Priore- ha voluto adornare l'ormai magrissimo collo, per affrontare il suo viaggio verso l'eternità, con la cravatta rossa con il ritratto di Mozart che avevo donato a Dante vari anni fa, quando con Paola incontrammo lui e Gina a Casanova di Laterina, ov'egli stava per tenere una conferenza. Non ricordo se non portasse cravatta alcuna o se ne esibisse tristemente una mesta e dimessa. Personalmente quel giorno ne indossavo invece una vivace a un tempo elegante e allegra, rossa con una effige di Mozart in bella vista. L'avevo comprata mesi prima, al Book Shop del Teatro dell'opera di Vienna e le ero molto affezionata. D'impulso, gli proposi di scambiarsi le rispettive cravatte, lui accettò e così tenne la sua conferenza con il sommo ma scherzoso Wolfang/Amadeus al collo. Finita, naturalmente con successo la conferenza, gli dissi che poteva tenerla: gliela donavo, in nome del comune amore per il magnifico salisburghese. Che commozione per me, dunque, apprendere che quel piccolo dono avrebbe accompagnato Dante nel suo estremo recarsi nell'Aldilà, qualunque cosa sia ovunque si trovi , da chiunque abitato
Magari non c'è nessuno, essendo dalla morte tutti quanti nullificati. Ma preferisco pensare che sia un luogo ove le persone come Wolfang Amadeus Mozart e Dante Priore possano incontrarsi: il primo vedrebbe la cravatta viennese al collo dell'altro, ne sarebbe contento e l'abbraccerebbe. Poi l'uno suonerebbe e l'altro ascolterebbe: Mozart suonato da Mozart. E ne sarebbe meritevolmente felice.

Stefano Beccastrini

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