Harold Budd
"Harold Budd, the left-field American composer whose work straddled minimalism, jazz, dream-pop and more, has died aged 84"
The Guardian
Ieri è morto Harold Budd. “Covid-10 complications”. Lo conobbi nei primi anni ’90.
Ci fu una fitta collaborazione con Materiali Sonori. Gli feci da tecnico del suono in un paio di concerti in Italia; partecipò al festival The Greetings Piano di San Giovanni Valdarno dove - con Pietro Mantovani - lo registrammo e da quelle registrazione ne fu realizzato un CD. Pietro lo ebbe anche in studio per i Marco Polo di Alesini & Andreoni, io partecipai ai mix. Con lui tenni anche una lunga corrispondenza, con il mio improbabile inglese, per la realizzazione esecutiva del CD Walk Into My Voice (American Beat Poetry). fanculo.
Arlo Bigazzi
Forse la mia prima registrazione finita su CD. Ricordo bene la registrazione in studio, che iniziò in modo davvero maldestro: avevo appena finito le registrazioni di un gruppo metal e gli ascolti in cuffia erano regolati a volume altissimo! Harold appena si mise le cuffie, le lanciò via😁, Ciao Harold.
Pietro Mantovani
Quanta tristezza, Harold! Te ne sei andato anche tu. Voglio ricordare i viaggi in treno insieme, su e giù per l'Italia, quando ho avuto l'onore di essere al tuo fianco come fonico e tour manager.
Indimenticabili, poi, i due concerti a Napoli. Vero Nicola? 😔❤️ #Annushorribilis #maledettocovid
Fabiana Manuelli
Un'altra cara e importante persona,
per la mia vita personale e professionale, ci ha lasciato.
How many journeys, how many interesting
and warm conversations. Always smailing.
Ciao dear, sweet uncle Harold.
Francesca Pieraccini
cosa posso dire su Harold Budd, morto l'altro ieri per conseguenze dovute all'infame Covid?
Il musicista. Ci (e soprattutto mi) ha ispirato per lungo tempo, soprattutto ha come sparso del semi da cogliere. Dall'apparizione a San Giovanni Valdarno, per l'edizione del Greetings Festival dedicata al pianoforte (una delle ultime, poi l'Amministrazione dell'epoca pensò che si poteva smettere di fare quella musica lì...), il CD live, le registrazioni da Pietro Mantovani per i due volumi di "Marco Polo" con Nicola Alesini e Pier Luigi Andreoni, poi quel capolavoro che è "Walk Into My Voice (American Beat Poetry)", curato da Arlo. La collaborazione con Hector Zazou. La stampa del disco con Andy Partridge (Xtc). Poi i tanti concerti in giro per l'Italia con Francesca e Fabiana. Poi gli inviti del compianto Antonio Bertoli (City Lights).
La persona. Affabile, sereno come la sua musica. Le cene a casa nostra e a Borronacci. L'affetto per una persona disponibile a condividere la propria arte e le sue lontane origini fra i nativi d'America (cosa che ne accresceva il fascino).
Tutto questo negli anni Novanta, per me gli anni musicalmente più belli. Ma i contatti sono rimasti e la sua musica fatta con noi resta ancora viva e disponibile. La sua gentilezza sarà un ricordo. Indelebile.
Giampiero Bigazzi