Peter Principle
E’ un periodo per noi delicato…
stress da troppe situazioni da gestire… difficoltà varie.
Quando ci ha telefonato Blaine da Brussels dicendoci di aver trovato Peter morto, è stata come una sciabolata lancinante.
Impossibile razionalizzare.
Si dice “è la vita…”, ma è un modo per stare inutilmente tranquilli.
Con Peter Principle abbiamo condiviso alcuni decenni di dischi, tour, progetti. Amicizia.
Una persona gentile. Ironica e decisa. Approcci iniziali difficili, ma poi risata unica e liberatoria.
Parlava, per me, un inglese-americano spesso difficile da capire. Ma l’intesa c’era.
E poi c’era Francesca con la quale aveva trovato il giusto feeling.
Lo zio Peter.
Abbiamo avuto fino a ieri mattina più o meno la stessa età, che poi è quella di Blaine e di Steven, poi lui si è fermato.
Con Arlo ci siamo detti che il basso di Peter è per i Tuxedomoon come la batteria di Watts per i Rolling. L’anima.
Un suono unico. Fraseggio pulsante. A sottrazione.
Copiatissimo, ma irripetibile.
Avevano iniziato un nuovo tour, spinti dalle richieste di fans e promoter. Forse stavano cominciando a progettare un nuovo disco.
Dopo il primo concerto in Polonia, erano a provare. La settimana prossima sarebbero dovuti essere a Brindisi, e poi Amsterdam, Londra, Amburgo, Brema, Berlino, Stoccarda, Portogallo, Brussels.
Blaine domani sarebbe dovuto essere con noi, a San Giovanni Valdarno, nel concerto per i 40 anni della Materiali Sonori.
Avrebbe rappresentato il nostro legame con quei ragazzi di San Francisco (e quindi anche con Peter…).
Tutto si è interrotto.
E la polvere di Peter volerà per le Ardenne.
Resterà la musica, la memoria, ma l'amico e il suo basso ci mancheranno.
Giampiero Bigazzi